Perchè è importante imparare a comunicare in modo assertivo?
La vita è comunicazione. Ogni gesto, ogni parola mettono in contatto il nostro “io” con gli altri. Lo scambio di segnali verbali e non verbali tra persone in un contesto sociale costituiscono la comunicazione interpersonale, elemento fondamentale della nostra esistenza nel rapporto di interdipendenza in cui ognuno di noi influenza il comportamento dell’altro.
Rapporti individuali, sociali, di lavoro sono gestiti dalla comunicazione e dalla nostra capacità di rapportarci con gli altri in un processo che vede tre soggetti interagire fra di loro: mittente, destinatario, messaggio.
Il mittente invia, il destinatario riceve, il messaggio è l’informazione o contenuto che si vuole trasmettere. Codifica e decodifica sono i meccanismi attraverso i quali si interpreta il messaggio. La codifica è l’azione del mittente che con il proprio linguaggio invia il proprio pensiero, la decodifica è invece l’azione del destinatario che con il suo linguaggio riceve ed interpreta il messaggio. All’apparenza sembra semplice e scontato, in realtà nasconde insidie e problemi legati al codice linguistico dei due soggetti comunicanti che non sempre si incontrano facilmente.
In questo contesto di comunicazione entrano in gioco diversi fattori legati sia alla comunicazione verbale che alla comunicazione non verbale.
Non solo parole e concetti ma postura, tono, atteggiamento assumono significati precisi, anche non espliciti, contribuendo alla positiva o negativa percezione personale di in dialogo.
Il nostro livello consapevole usa le parole a lui note quando parliamo o scriviamo e alle quali diamo maggiore attenzione; con la comunicazione non verbale i protagonisti diventano: espressione facciale, contatto visivo o sguardo fisso, gesticolazione, postura, tatto e comportamento spaziale o prossemica e tutti agiscono senza la nostra consapevolezza.
Essere in grado di comunicare in modo efficace è da considerarsi vitale nell’ambiente sociale personale e nel mondo del lavoro per ognuno di noi.
Avere buone doti comunicative aiuta in ambito personale ma anche professionale se si vuole avere una carriera e successo.
Una caratteristica che può essere utilizzata in modo altamente positivo è l’assertività, cioè la capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l’interlocutore.
In un rapporto personale od in un colloquio professionale avere un comportamento assertivo vuol dire avere un atteggiamento positivo verso se stesso e verso gli altri facendo valere il proprio punto di vista e le proprie emozioni rispettando i diritti dell’altro, senza offenderlo o prevaricarlo.
L’assertività è un punto di forza dell’individuo, basato sul rispetto reciproco, mantenendo uno stile comunicativo efficace e diplomatico.
Ma, quali sono le caratteristiche di una comunicazione assertiva?
Uso dell’ascolto attivo, affermazione di sé, mancanza di ansie e di sensi di colpa, attribuzione di fiducia agli altri e a ciò che dicono, mancanza di pregiudizi e una comunicazione chiara dei propri sentimenti: ecco l’assertività!
In ambito strettamente personale e confidenziale ma anche in campo professionale ad ogni livello di carriera, quando comunichiamo con qualcuno, può capitare che si creino incomprensioni e che un approccio sbagliato al nostro interlocutore generi tensioni facilmente evitabili sfruttando l’assertività.
Esprimere chiaramente idee e opinioni e farle valere senza creare muri calpestando la sensibilità altrui, è una filosofia di base che porta a grandi risultati.
Nell’individuo vengono riconosciute tre modalità per comunicare: aggressiva, passiva, assertiva.
Aggressivo è colui che usa intransigenza senza riguardo per i bisogni degli altri; passivo è chi non esprime il suo punto di vista per paura del giudizio altrui e si sente vittima a prescindere; assertivo è chi rispetta le opinioni altrui pur valorizzando le proprie.
Ne consegue che un atteggiamento assertivo sul luogo di lavoro avrà come risultato la possibilità di elaborare soluzioni di successo con meno stress e meno ansia, aumentando l’autostima personale e la considerazione degli altri evitando anche, di subire passivamente le scelte altrui e di essere sfruttato.
In ambito personale e nell’ambiente di lavoro, dove di solito passiamo la maggior parte del nostro tempo, la comunicazione assertiva offre la soluzione migliore per creare un clima positivo di fiducia e collaborazione.
L’azienda, il luogo di lavoro è un contesto in cui tante persone, con caratteri e convinzioni personali differenti l’uno dall’altra,si trovano a convivere tra loro più o meno forzatamente.
Differenze sociali, caratteriali, relogiose, politiche creano un mondo eterogeneo nel quale si può convivere bene solo con il rispetto reciproco, base di una collaborazione necessaria per raggiungere gli obiettivi finali d’impresa.
Un manager, un imprenditore, un dirigente d’azienda efficiente deve impostare la propria politica organizzativa sulla fiducia, sulla trasparenza e sull’equità, sia nei confronti dei clienti che nei confronti delle risorse umane che collaborano con lui. Ecco che l’assertività diventa elemento essenziale per trovare l’empatia con l’altro, a patto che la comunicazione assertiva sia utilizzata con onestà e non spesa scientemente per biechi scopi personali.
Essere persone assertive significa essere persone che amano mettersi in gioco e sanno evitare di agire contro agli altri senza ledere diritti e convinzioni altrui, vengono quindi percepite come persone consapevoli della fiducia riposta in se stessi, in grado di assumere delle responsabilità pesanti.
“Essere assertivi è una condizione dell’essere liberi, dove per essere liberi non si intende un affrancarsi dai condizionamenti, ma un poter scegliere responsabilmente.
L’assertività non è una forma di potere estrinseco, ossia un modo di imporsi sugli altri, ma una forma di potere intrinseco, ossia di autoaffermazione.
Se l’individuo passivo tende a subire e a compiacere e quello aggressivo tende a dominare e a imporsi, l’assertivo è disponibile alla negoziazione e al compromesso, senza per questo rinunciare alla propria dignità e a farsi valere.”
Franco Nanetti, La forza di ritrovarsi, 2002
Si ringrazia Bruno Borello per il contributo alla stesura dell’articolo
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