Gentilezza in azienda e produttività aziendale. Quale legame?
Gentilezza in azienda e produttività aziendale. Quale legame?
Gentilezza in azienda: quanto può essere produttiva per un’azienda nei rapporti interni e/o esterni?
Nel nostro tempo la differenza tra successo o insuccesso imprenditoriale deriva da piccole cose che rivestono un significato fondamentale per ottenere buoni risultati.
Il progresso della tecnologia amplifica l’offerta sul mercato ma la scintilla che fa scoccare “l’empatia e l’interesse verso un prodotto od un servizio” parte, da sempre, dalle nostre emozioni, ovvero dai canali percettivi e sensoriali che muovono le nostre azioni stimolate da creatività e passione che elaborano e poi concretizzano il messaggio che riceviamo, attivando le nostre reazioni nei confronti di un qualsiasi interlocutore.
Uno studio dell’Università di Harvard ha evidenziato che il 90% dei processi decisionali avviene a livello inconscio e quindi i consumatori possono essere ampiamente influenzati attraverso strategie mirate a colpire emozioni e percezioni sensoriali.
Anche la gentilezza rientra in questi parametri ma bisogna fare attenzione e non scambiarla con la cortesia, una convenzione sociale, una serie di regole, diverse tra popoli e continenti, stabilite dagli uomini per codificare azioni di interazione sociale.
La gentilezza, invece non è codificata ma è un atteggiamento, uno stato comportamentale e paraverbale naturale specifico per ogni individuo che lo sviluppa nel corso della vita, un’ espressione fondata sulla fiducia verso gli altri e sul desiderio di avere un legame profondo, premuroso, attento alle necessità dell’altro nel sociale e anche in ambito commerciale, affidarsi e non solo porre fiducia, particolare rilevante per consolidare un rapporto costruttivo.
Questo comportamento è la base dell’ideale di comunità come si può evincere già dal significato della parola che deriva da gentile, ovvero dal latino “gentilis”, appartenente alla stessa gente, cioè “della stessa stirpe” concetto estensibile anche allo stesso gruppo, sociale o aziendale, all’interno del quale l’individuo si sente protetto e stimolato ad agire.
Tralasciando quindi le altre interpretazioni, Il concetto prende valore anche nella vita aziendale, in quella sfera lavorativa che non è fatta di compiti da portare a termine secondo la logica della prevalenza sul branco ma, invece, su una forma di attività che ci aiuta ad essere equilibrati e a relazionarci meglio con gli altri, colleghi o clienti che siano.
Gentilezza in azienda significa dotare di un codice di comportamento che porta a riconoscere il valore del collega, del capo, dei subalterni, dei collaboratori esterni come ‘persona e non solo come lavoratore che è lì per generare profitto e risultato. Rende attivi i propri dipendenti chiedendo contributi e porta a stimolare le altrui capacità senza limitare i frutti che ne derivano.
La gentilezza potrebbe sembrare un segno di debolezza o di accondiscendenza ma, invece, praticarla quotidianamente, migliora la qualità della vita professionale, e aiuta a saper riconoscere il valore di una persona al di la del fatto di essere colleghi.
Tutti dobbiamo essere imprenditori della gentilezza in situazioni comuni della nostra vita e del nostro lavoro, consapevoli di promuovere pratiche finalizzate alla crescita del potenziale delle persone, trasformando il sistema in collaborativo con gli altri.
Valorizzare i talenti e quelli dei team dell’azienda in cui siamo inseriti; determinare un impatto diretto sul benessere della comunità lavorativa e indiretto su quello della comunità sociale di riferimento ci permette di eliminare la paura, l’ ansia e ci fa intraprendere una strada che, se percorsa, in prospettiva può portare alla umanizzazione delle aziende e a una modifica nella concezione stessa del lavoro, creando sempre più coesione tra i bisogni aziendali e quelli del dipendente.
Vita e lavoro: la gentilezza può essere la chiave per affrontare l’attività giornaliera essendo “connessi” con gli altri. partecipando al benessere della comunità con un nostro contributo attivo.
Gentilezza per prendersi cura: anche in azienda si può utilizzando il “welfare aziendale” uno strumento che se utilizzato migliora l’ambiente professionale. Ma di questo argomento parleremo in un prossimo articolo più diffusamente.
Il nostro metodo di lavoro, come staff P&B consulting , si collega a quanto descritto sopra; la nostra esperienza ed il nostro operare in completa trasparenza con i committenti ci ha sempre portato a generare collaborazioni gentili e produttive portando così le aziende ad uno stato di benessere umano e produttivo molto positivo; laddove questo non è accaduto è da imputare solo ai componenti del team, anche se si applicano e credono che il loro operato sia all’altezza del progetto in essere, ma è da attribuire alla mancanza di leadershio e di carisma di chi gestisce le redini della propria azienda.
Un buon leader motiva e crea successo, un “capo” comanda e genera incomprensioni, malumore ed invidia tra i propri collaboratori.
Come P&B Consulting affianchiamo le aziende nelle fasi di cambiamento e crescita al fine di attivare il processo di benessere lavorando in prima linea ed in affiancamento continuo.
Che si voglia o no oggi, per aumentare i fatturati e la redditività aziendale, occorre attivare un processo di analisi individuale al vertice, con umiltà e determinazione.
Il nostro massimo supervisore è il mercato e solo lui ci dà ragione.
DeleterIo trovare giustificazioni; troppe volte i capi imputano l’insuccesso al cliente ma non è così.
Il nostro staff e a disposizione per una consulenza aziendale ed è possibile fissare un appuntamento attraverso i nostri contatti: 338 9074087 o info@consulenzaeformazione.net
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